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LABO_fatica della posizione

LABO_frame3Qual e la vostra posizione [nel mondo]? In relazione ai problemi e alle contingenze del momento? Fatica: la richiesta di una posizione. Il mondo attuale ne e pieno (interventi, manifesti, firme, etc.) ed e perciò che è così faticoso: la difficoltà più grande è a fluttuare, a cambiare posto

Labo, un verbo latino che indica il vacillare, il dubitare, lo stare per crollare, e dal quale deriva anche la nozione di lavoro, strettamente legata alla fatica del corpo e della mente, è diventato, per analogie e metafore, il punto di partenza per indagare attraverso il video e la performance quella che è un’intensità inafferrabile – la stanchezza – concentrandoci sul rapporto tra corpo e spazio, tra individuo e contesto, tra spiazzemento sensoriale e posture significanti, tra rivendicazione al riposo e stato di perpetuo e infinito “sgonfiamento”.

Abbiamo selezionato alcuni elementi sintomatici della fatica: ripetizione, tensione, caduta. E a partire da questi stati psico-fisici abbiamo proseguito la nostra ricerca, creando una serie di “quadri” in lotta sottile tra mobilità e stasi, tra scosse repentite e congelamenti dell’azione, sottoponendo il nostro processo creativo, fatto di stimoli eterogenei (dalle arti visive a quelle performative, passando per l’osservazione del vivere quotidiano), e alcune delle tappe compositive di LABO, agli studenti del Liceo Scientifico Primo Levi di Roma, con i quali abbiamo passato in rassegna gli elementi linguistici alla base della nostra opera e più in generale alcune delle diverse modalità di spostamento del punto di vista e di (ri)scoperta sensoriale, etica ed estetica, della propria ed altrui vita.

concept SALVATORE INSANA, ELISA TURCO LIVERI

film, editing SALVATORE INSANA

con ELISA TURCO LIVERI, SERENA MALACCO

un progetto DEHORS/AUDELA

 

dehorsaudela.2

DEHORS/AUDELA (Deor/Odelà-Fuori/Aldilà) è un duo artistico formato da Elisa Turco Liveri (performer, coreografa) e Salvatore Insana (videomaker, fotografo, regista).

D/A è un collettivo in cui confluiscono arti visive e arti performative nel segno di una ricerca continua, in cui i diversi codici artistici, pur mantenendo una loro specificità, diventano al contempo capaci di generare nuove forme espressive.

All’insegna dell’interferenza reciproca, si parte da una pratica in cui, se il corpo e l’azione costituiscono il centro della tessitura drammaturgica, anche il video e il suono tendono verso una consistenza fisica ed organica. Il collettivo Dehors/Audela lavora da sempre sull’indagine dei luoghi di confine. Interstizi del presente, non solo concepiti come luoghi fisici, ma anche come aspetti sociali e antropologici. L’indefinito e l’ibrido sono da sempre gli ambiti prediletti di ricerca del collettivo artistico.

Negli ultimi anni hanno dato vita, in collaborazione con la light designer Giovanna Bellini e con la musicista e sound artist Giulia Vismara, nel costante tentativo di superamento dei generi, dei luoghi e degli strumenti “deputati”, a opere video-teatrali, performance di danza, progetti di ricerca audiovisiva, installazioni urbane e percorsi d’indagine fotografica e workshops sperimentali.

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